Domenico Rambelli
Domenico Rambelli è nato a Pieve del Ponte, nei pressi di Faenza, il 2 febbraio 1886; dopo avere iniziato giovanissimo a modellare le prime sculture in argilla studia presso la Scuola di arti e mestieri di Faenza. Si lega di amicizia con Domenico Baccarini ed entra a far parte del suo cenacolo di artisti faentini (Ercole Drei, Francesco Nonni, Giovanni Guerrini, Giuseppe Ugonia, Orazio Toschi, Riccardo Gatti e Pietro Melandri). Nel 1902 segue Baccarini a Firenze dove per tre anni studia nella Scuola libera del nudo all’Accademia e conosce molti artisti tra cui Lorenzo Viani, che diventa suo grande amico, e Giovanni Costetti. Espone per la prima volta a Roma nel 1905 con L’uomo malato. Nel 1907 e presente alla Biennale di Venezia con il Ritratto del pittore Antonio Berti, suo indimenticato maestro. È del 1908 il suo Monumento a Raffaele Pasi a Faenza. Con altri componenti del cenacolo baccariniano è presente alla I Biennale Romagnola, si reca poi a Parigi per tornare a studiare a Firenze. Nel 1914 si reca ancora a Parigi ma, a causa dello scoppio della prima guerra mondiale, torna in Italia per arruolarsi. Durante il conflitto viene ferito e successivamente congedato. Nel 1916 è insegnante di plastica nei corsi della scuola serale di ceramica a Faenza. Nel 1919 insegna plastica nei corsi normali al Reale Istituto della Ceramica di Faenza. Comincia la fase più feconda e il momento di maggiore successo della sua attività. In questi anni porta a termine diversi monumenti di grande rilevanza: il Monumento ai Caduti di Viareggio che viene inaugurato nel 1927; Fante che Dorme, Brisighella, 1926-1927, Francesco Baracca, Lugo di Romagnola, 1927-1936; oltre alle grandi sculture come Vittorio Emanuele III, il Duce, il Fante che canta all’interno della Mostra della Rivoluzione Fascista a Roma nel 1932, esposizione in cui ha avuto un ruolo primario. Si lega di amicizia con alcune delle massime personalità artistiche e culturali italiane dell’epoca come Dudovich, Marinetti, Sironi, Soffici, Carrà, Messina, Giò Ponti, Funi, Marino Marini, Ojetti, Francesco Sapori, Carena, Mafai. Partecipa alla XIII Biennale di Venezia (1922), alla I e II Mostra del “Novecento” (1926, 1929), alla III Quadriennale di Roma del 1939 dove ottiene il I Premio per la scultura. Durante la Seconda Guerra Mondiale si trasferisce a Bologna (1944-1947), il suo studio faentino viene devastato nel 1945. Si stabilisce a Roma nel 1948. Nella capitale insegna all’Accademia di Belle Arti e, nel 1951, realizza la Cappella di S. Francesco nella Basilica si S. Eugenio. In questi anni comincia a preparare il monumento ad Alfredo Oriani per Faenza. Nel 1955 a Lugo e a Faenza realizza le lapidi tombali per gli amici Balilla Pratella e Giuseppe Donati così come, tempo prima, a Viareggio, aveva dovuto realizzare quella del suo grande amico Lorenzo Viani. Nel 1960 è nominato Accademico di San Luca. Muore a Roma il 1 settembre 1972, accudito dalla famiglia di Enio Zingaro, quando aveva da poco finito di modellare il gesso per la grande statua di Alfredo Oriani destinata a Faenza.
I suoi libri
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