Gigino Falconi
Nasce a Giulianova (Teramo) e inizia a dipingere a sedici anni, frequentando contemporaneamente l’Istituto Tecnico per ragionieri, dove si diploma nel 1952. Nel 1954 ottiene la maturità presso il Liceo Artistico di Pescara. L’anno successivo, vincitore di concorso per la Cattedra di Disegno, assume l’incarico della docenza presso una scuola media di Giulianova, attività che abbandona definitivamente nel 1975, per dedicarsi interamente alla pittura. Alla sua prima mostra personale tenuta alla Galleria Il Polittico di Teramo nel 1961, ne sono seguite numerosissime sia in Italia che all’estero, presso accreditate gallerie e prestigiose sedi pubbliche. Le sue opere sono conservate in autorevoli collezioni museali pubbliche e private.
Il suo metodo di lavoro si è sviluppato per cicli pittorici così distribuiti nel corso degli anni:
1954-1956: esordisce con un universo figurativo legato ai temi della propria terra, coniugato ai canoni della coeva poetica informale.
1957-1962: esegue una serie di paesaggi che risentono di una personalissima rivisitazione del barocco.
1963-1965: realizza “Documenti”, primo importante ciclo di opere, di grande dimensione, eseguite a tecnica mista, composizioni di pittura e grafica testuale. Negli stessi anni l’artista porta avanti una ricerca sulla surrealtà dello spazio costellato da fantasmi, spesso con elementi suggeriti da letture di Edgar Allan Poe.
1966-1968: “I Mostri”. Viene aiutato in questa analisi da uno studio accurato che va dal Rinascimento al Barocco con particolare attenzione a Piero della Francesca, Caravaggio, Ribera e Rembrandt.
1969-1975: elabora una serie di lavori incentrati sulla surrealtà del presente e della cronaca fotografica, con una figurazione più circonstanziata ed evidenza di straniamento.
1976-1979: recupera pienamente la pittura per immagini, con soggetti ispirati all’angoscia dell’esistenza. Di particolare risalto sono due gruppi di quedri suggeriti dal Fascismo e dalla vicenda dei coniugi americani Julius ed Ethel Rosenberg.
1980-1985: lavora intensamente a opere incentrate sulla poetica del mistero degli spazi interni e sulle suggestioni spaesanti degli specchi. È evidente il riferimento ad ambientazioni di gusto Art Nuveau, sempre collocate in un clima di silente sospensione e di attesa.
1986-1988: realizza “Alcyone”, un importante ciclo di dipinti sulla vita e le opere di Gabriele d’Annunzio, eseguite in occasione del cinquantesimo anniversario della morte del poeta.
1989-1994: dipinge una serie di “nudi” e “concerti silenziosi”, ambientati in paesaggi lacustri.
1995-1999: sviluppa in questi anni un intenso ciclo di pitture di carattere sacro. Il primo dipinto Annunciazione è del 1995. lo realizza pere il VII centenario della Santa Casa di Loreto nel cui museo l’opera viene poi esposta. Successivamente per la chiesa di Sant’Andrea di Pescara lavora per due anni a un trittico di grandi dimensioni (270×660 cm), commisionatogli dagli Oblati di Maria Immacolata in occasione della santificazione del loro fondatore San’Eugenio de Mezenod.
2000-2002: realizza il ciclo “Le Ossessioni”, interamente dedicato al mistero dell’universo femminile.
2002-2005: dipinge il ciclo “Il mito della Fenice”.
2006-2009: si interessa sempre più alla natura e, attratto dal suo misterioso fascino e dalla sua mistica luce, dipinge un gruppo di quadri rappresentanti paesaggi lacustri e marini.
I suoi libri
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